I sussurri delle vocazioni

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I sogni non sono fuga dalla realtà, ma sussurri di vocazione, il modo in cui Dio ci indica la strada per la nostra vita.

“La vita del giorno, con le sue fatiche e le sue voluttà, le sue gioie e i suoi dolori, non si ripete mai, piuttosto il sogno finisce per liberarcene”. O almeno così sostiene Burdach, un fisiologo dell’ottocento. È davvero questa la nostra interpretazione? Il sogno come liberazione della realtà? Come se la vita facesse così tanto schifo da rendere necessario spegnerci e resettare tutto ogni notte, come i computer. Allora a cosa servono i sogni? Anche in questo caso la Bibbia viene prontamente in nostro soccorso mostrandoci, attraverso figure come Simeone o Giuseppe d’Egitto, che i sogni sono il frutto dello Spirito effuso sopra ogni creatura. I sogni sono il sussurro delle vocazioni. Sono il modo in cui Dio ci indica la strada per la nostra vita. Dopotutto viviamo nell’era della scienza e della tecnica, siamo tutti freddi e razionali. La parola di Dio spesso è il contrario, ci invita ad osare, a mettere tutto il nostro io nelle cose apparentemente più irrazionali. Come pretendiamo che la Sua Parola ci colga a pieno se la nostra mente è fredda e calcolatrice? Essa allora sussurra la strada quando siamo meno razionali. Nei sogni. Nei sogni ad occhi aperti, come quando guardi le foglie di un albero muoversi al vento ed all’improvviso la tua mente inizia a vagare. Nei sogni notturni, come quando l’angelo si presentò a Giuseppe per annunciargli che Maria era incinta del figlio di Dio. Ed ecco che il sogno diventa sussurro di vocazione. Non bisogna avere paura del proprio sogno, bisogna alimentarlo grazie alla fiamma della Parola di Dio per evitare che si spenga o che diventi talmente tanto centrato su noi stessi da diventare solo un delirio di onnipotenza.

A cura del CdV


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