Nei giorni scorsi è stata presentata la Terza rilevazione sulla rete territoriale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili del Servizio nazionale della Conferenza Episcopale Italiana (Cei). Essa raccoglie i dati relativi alle attività dei servizi di tutela minori in Italia nel biennio 2023-2024, alla quale anche il nostro servizio diocesano ha collaborato: l’elaborazione dei dati è stata curata da docenti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza.
I servizi diocesani di tutela dei minori e degli adulti vulnerabili sono stati istituiti a partire dal 2019, secondo le indicazioni fornite dalla Cei: quello di Trieste è stato istituito nello stesso anno e, da allora, prosegue la sua attività che è principalmente di formazione, finalizzata a creare ambienti educativi che siano sicuri e rispettosi della dignità dei minori e delle persone vulnerabili. All’interno del servizio diocesano è istituito il Centro di ascolto (raggiungibile tramite la mail tutelaminori@diocesi.trieste.it) la cui finalità è quella di raccogliere eventuali segnalazioni di abuso avvenuto ad opera di chi ha un ruolo educativo all’interno della diocesi, sia laico che chierico o religioso; segnalazioni che possono essere fatte sia dalle vittime, sia da persone che ne abbiano notizia o vogliano far conoscere una situazione di potenziale pericolo.
Questa terza rilevazione, come le precedenti, ha lo scopo di fotografare la realtà dei servizi di tutela minori, al fine di comprendere quali sono gli aspetti che devono essere migliorati. I dati forniti sono significativi grazie al coinvolgimento di quasi il 95% delle diocesi italiane. Circa la metà dei servizi diocesani ha un laico come responsabile e l’80% di essi ha un gruppo di esperti che vi collaborano. Quasi il 90% dell’attività dei servizi diocesani è dedicata a incontri formativi per operatori pastorali, sacerdoti, associazioni, religiosi e religiose. Le principali tematiche trattate includono il rispetto della dignità dei minori e le buone prassi in parrocchia. Nel 2024 il 65% dei Servizi diocesani ha realizzato attività formative per i propri componenti e la nostra diocesi si trova in piena consonanza rispetto quanto rilevato.
(Foto Benotti/SIR)
Ogni anno il 18 novembre si celebra la Giornata di preghiera per le vittime degli abusi. La quasi totalità delle diocesi organizza iniziative con l’aiuto delle indicazioni che giungono dal Servizio Nazionale di tutela minori: nel 2024 quasi l’86% dei Servizi diocesani ne ha confermato la celebrazione e questo è un indicatore che racconta il consolidamento dei Servizi stessi e della cultura sulla tutela dei minori. Gli aspetti positivi rilevati sono rappresentati dal riconoscimento di una crescita della sensibilità degli educatori e catechisti sui temi della tutela dei minori, assieme a un miglioramento delle relazioni con i sacerdoti e la crescita delle attività di formazione. L’aspetto certamente da migliorare è quello delle relazioni con enti locali e associazioni non ecclesiali, oltre alla comunicazione sui media relativa al prezioso servizio svolto all’interno delle diocesi.
La rilevazione si è occupata anche dei Centri di ascolto, che sono cresciuti numericamente negli anni. Nella nostra diocesi il Centro di ascolto è attivo da circa tre anni. In Italia i referenti sono quasi tutti laici, in maggioranza donne, con competenze in ambito psicologico. I dati relativi ai contatti avuti dai Centri di ascolto chiariscono che le segnalazioni sono in aumento. L’84,8% dei contatti nel 2024 proviene da non vittime, mentre il 15,2% da presunte vittime. I centri di ascolto sono stati consultati in 1/3 dei casi in relazione a informazioni su abusi in ambiente ecclesiale, ma per 1/3 anche in relazione ad abusi avvenuti in ambiente non ecclesiale. Le segnalazioni riguardano anche il tema dell’abuso di coscienza e spirituali. I casi segnalati di presunti abusi, a livello nazionale, sono stati complessivamente 69: per la metà le persone coinvolte sono chierici.
In conclusione, ecco le tracce per il futuro: formazione continua per tutti gli operatori ecclesiali (clero, educatori e operatori dei servizi); formazione preventiva nei seminari; sensibilizzazione della comunità sulla gravità degli abusi; maggiore collaborazione tra uffici pastorali e laici; infine la trasparenza, vista come essenziale per costruire un clima culturale che condanni ogni forma di abuso.
Possiamo affermare che la Chiesa italiana si è fortemente impegnata sul tema degli abusi sui minori e le persone vulnerabili, partendo da quelli di coscienza e di potere, fino a quelli sessuali. Ogni abuso è una ferita gravissima per chi lo subisce, ma anche per la Chiesa tutta. Formazione, trasparenza e accompagnamento sono, quindi, le parole chiave per il futuro di questo importante Servizio.
Paolo Pesce
Servizio Diocesano tutela dei minori e delle persone vulnerabili
Foto in evidenza: Cei