Il Matrimonio: una riflessione coraggiosa nel mondo di oggi

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Riscoprire il matrimonio come dono di Dio in una società che relativizza i legami: un invito a rimettere al centro della vita l'amore, il dialogo e la fede.

Oggi, più che mai, parlare di famiglia è tema attuale e richiede ancor maggiore riflessione e discernimento.

Ma soprattutto oggi, parlare di famiglia come sacramento pare più complesso, dato che viviamo in un tempo dove lo stesso concetto di famiglia ha assunto una moltitudine di sfaccettature differenti. Certamente la società cambia; le necessità e l’evoluzione umana portano a cambiamenti di pensiero e modalità di vita differenti, che sollecitano status e mode, quasi a farli diventare modelli di vita e modelli di verità.

Quando la possibilità di scelta è molto vasta e l’uomo è chiamato a prendere una posizione, tutto diventa difficile e complicato. Negli ultimi decenni pare che la scelta migliore sia “il non scegliere” e rimanere in una condizione di imparzialità, in modo tale da non compromettersi o rischiare di sbagliare.

Questo ha portato, nella società contemporanea, a vedere la religione come una delle tante possibilità offerte. Insomma, Dio è, per molti, una delle tante opportunità. Stiamo vivendo un nuovo Illuminismo, dove Dio viene sbalzato fuori dal centro dell’universo, rendendolo un’opzione alternativa. Questa volta, al centro non c’è l’uomo in sé, ma ci sono le sue esigenze, i suoi aspetti terreni, necessità per sollevarsi da una insoddisfazione permanente che lo affligge.

Così, anche il matrimonio ne paga le conseguenze. Tolto il Sacramento, esso rimane solo un atto giuridico, in cui un paio di firme garantiscono agli interessati, garanzie per ogni evenienza. Cosa rimane del senso del matrimonio? Pare ovvio dichiarare uno stato di crisi riflessiva. Considerandolo soltanto da un aspetto umano, questo potrebbe dare a molti una identificazione sociale, rientrando in ciò che stavamo dicendo, che nel non prendere una posizione ed evitare la scelta, ci ritroviamo con una società alla ricerca di sé stessa, alla ricerca di una personalità e di una posizione sociale. Ecco allora che il matrimonio potrebbe risanare questo gap, illudendosi di un’accettazione o di un’entrata nella società con un ruolo definito. Purtroppo, con il tempo questo lascerà lo stesso vuoto iniziale, sarà un appagamento momentaneo.  Senza una scelta fondata su solide basi, alla prima difficoltà, come i figli, oppure alle prime divergenze, se non sarà stato coltivato il dialogo, rimane solo la separazione.

In una visione così negativa ci chiediamo: “Dov’è allora la salvezza in tutto questo?”

Non possiamo lasciare Dio fuori da questo, perché il matrimonio è Dono di Dio all’uomo per vivere e poter toccare con mano, attraverso l’esperienza dei due coniugi, l’Amore che Dio stesso ha per l’umanità. L’essenza di un rapporto è nell’Amore, fondato su una relazione e nella comunicazione. Dio unisce affinché l’uomo riscopra la misericordia di Dio, attraverso suo Figlio Gesù. Il matrimonio, nella sua vocazione, è un sacramento che porta a un discernimento costante, una crescita personale che si esprime in un “noi” che annulla ogni visione individualistica e si rivela dentro una relazione plurima: l’uomo, la donna e Dio.

È tempo di scegliere, avere coraggio di esporsi, ritornare a ragionare sull’importanza di Dio nella vita e per la vita. Allora sì, se riscopriamo il matrimonio come Sacramento e Dono di Dio per l’uomo, capiremo che essere testimoni di Carità assumerà una profondità superiore. Il matrimonio non è una scelta esclusiva dell’uomo che può essere strumentalizzata a piacimento, ma è espressione e rivelazione di Dio nel quotidiano stesso che mostra, nel generare nuova vita, la bellezza e il mistero della creazione che continua nell’esperienza del Dono della Grazia.

Lombardi A.

Foto di ANURAG1112 da Pixabay


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