Roma: Giubileo degli artisti e del mondo della cultura

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Giubileo degli artisti
A San Pietro la messa per il Giubileo degli artisti e del mondo della cultura, presieduta dal card. Tolentino. Letta l'omelia preparata dal Santo Padre, ricoverato al Gemelli.

“Il nostro primo pensiero va a Papa Francesco: preghiamo per la sua salute”. Il card. José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la cultura e l’educazione, ha cominciato con queste parole la messa da lui presieduta nella basilica di San Pietro per il Giubileo degli artisti e del mondo della cultura, al posto del Santo Padre, da venerdì ricoverato al policlinico Gemelli per un’infezione delle vie respiratorie. “Ringraziamo per la visione, il sostengo che lui ci offre sempre”, ha proseguito. “A voi artisti, operatori del mondo della cultura, Gesù rivolge oggi le Beatitudini”, il saluto di Tolentino ai protagonisti di questo evento giubilare: “Beati voi, artisti, protagonisti della cultura, profeti culturali, perché siate operatori della pace. Preghiamo il Signore per le vostre vocazioni, per il percorso che fate, per le vostre domande e inquietudini, per il servizio che prestate alla Chiesa e al mondo”.

Desidero salutare tutti gli artisti che hanno partecipato: avrei voluto essere in mezzo a voi ma, come sapete, mi trovo qui al Policlinico Gemelli perché ho ancora bisogno di un po’ di cure per la mia bronchite“, il saluto del Papa agli artisti, nel testo dell’Angelus preparato per questa domenica. “Invito tutti a continuare a pregare per la pace nella martoriata Ucraina, in Palestina, in Israele e in tutto il Medio Oriente, in Myanmar, nel Kivu e in Sudan”, l’appello. “Vi ringrazio per l’affetto, la preghiera e la vicinanza con cui mi state accompagnando in questi giorni, così come vorrei ringraziare i medici e gli operatori sanitari di questo ospedale per la loro premura: svolgono un lavoro prezioso e tanto faticoso, sosteniamoli con la preghiera!”, il ringraziamento dal decimo piano del Policlinico Gemelli,  da dove arrivano notizie confortanti, dopo la seconda notte di degenza. “Notte tranquilla”, ha dichiarato il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Matteo Bruni: “Ha dormito bene. Stamattina ha fatto regolarmente colazione e ha letto alcuni quotidiani, come fa abitualmente. Continua la terapia”. “Condizioni cliniche stazionarie”, il bollettino del pomeriggio: “prosegue l’iter diagnostico-terapeutico prescritto dallo staff medico”. ”Voi, artisti e persone di cultura, siete chiamati a essere testimoni della visione rivoluzionaria delle Beatitudini”, il primo appello dell’omelia giubilare preparata dal Papa. Nel testo, Francesco esorta a “guardare la realtà con occhi nuovi, con lo sguardo di Dio, che vede oltre le apparenze e riconosce la bellezza, persino nella fragilità e nella sofferenza”. “La vostra missione è non solo di creare bellezza, ma di rivelare la verità, la bontà e la bellezza nascoste nelle pieghe della storia, di dare voce a chi non ha voce, di trasformare il dolore in speranza”, l’invito ai presenti, in “un tempo di crisi complessa, che è economica e sociale e, prima di tutto, è crisi dell’anima, crisi di significato”. Il compito dell’artista è “aiutare l’umanità a non perdere la direzione, a non smarrire l’orizzonte della speranza”. “Ma non una speranza facile, superficiale, disincarnata”, il monito: “La vera speranza si intreccia con il dramma dell’esistenza umana. Non è un rifugio comodo, ma un fuoco che brucia e illumina, come la Parola di Dio. Per questo l’arte autentica è sempre un incontro con il mistero, con la bellezza che ci supera, con il dolore che ci interroga, con la verità che ci chiama”.

In un’epoca “in cui nuovi muri si alzano, in cui le differenze diventano pretesto per la divisione anziché occasione di arricchimento reciproco”, gli uomini e le donne di cultura sono chiamati “a
costruire ponti,a creare spazi di incontro e dialogo, a illuminare le menti e a scaldare i cuori”:

Vedo in voi dei custodi della bellezza che sa chinarsi sulle ferite del mondo, che sa ascoltare il grido dei poveri, dei sofferenti, dei feriti, dei carcerati, dei perseguitati, dei rifugiati”, scrive Francesco: “Vedo in voi dei custodi delle Beatitudini!”.

“L’arte non è un lusso, ma una necessità dello spirito. Non è fuga, ma responsabilità, invito all’azione, richiamo, grido”, puntualizza il Papa: “educare alla bellezza significa educare alla speranza”, e la speranza “non è mai scissa dal dramma dell’esistenza: attraversa la lotta quotidiana, le fatiche del vivere, le sfide di questo nostro tempo”. Quella delle Beatitudini “è una logica capovolta, una rivoluzione della prospettiva”, e l’arte è chiamata a partecipare a questa rivoluzione”.
“Il mondo ha bisogno di artisti profetici, di intellettuali coraggiosi, di creatori di cultura”,
l’appello finale: “Lasciatevi guidare dal Vangelo delle Beatitudini, e la vostra arte sia annuncio di un mondo nuovo. La vostra poesia ce lo faccia vedere! Non smettete mai di cercare, di interrogare, di rischiare. Perché la vera arte non è mai comoda, offre la pace dell’inquietudine. E ricordate: la speranza non è un’illusione; la bellezza non è un’utopia; il vostro dono non è un caso, è una chiamata. Rispondete con generosità, con passione, con amore”.

M.Michela Nicolais (SIR)

(Foto Vatican Media/SIR)


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